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Come sono diventata insegnante di Vinyasa Yoga in India

Come sono diventata insegnante di Vinyasa Yoga in India

A Novembre 2018 sono partita per Goa, in India per conseguire un diploma da 200 ore in Ashtanga e Vinyasa Yoga della durata di 3 settimane.

Ma facciamo un passo indietro: cos’è l’Ashtanga e cos’è il Vinyasa Yoga?
L’Ashtanga Yoga è uno stile di yoga, veicolato e strutturato dai grandi insegnanti T. Krishnamacharya e Sri K. Pattabhi Jois, basato sulla respirazione, sulla forza e sulla dinamicità. Nell’Ashtanga Yoga le sequenze di asanas sono fisse e ogni posizione prepara il corpo e la mente a quella successiva. È un tipo di stretching del corpo attivo in cui quindi in muscoli hanno un ruolo importante nel contrarsi per intensificare la pratica.

Il Vinyasa Yoga è un termine che vuol dire tutto e niente. Inizialmente deriva dall’Ashtanga Yoga (vinyasa significa sincronizzare il movimento con il respiro) ma anzichè avere delle sequenze fisse la serie di asanas è creata dall’insegnante.

Tornando a noi. Mi sono iscritta, dopo lunghe ricerche, al corso presso Kranti Yoga. Mi aveva fatto una buona impressione online per la cura nei dettagli e nelle spiegazioni oltre ad avere delle ottime recensioni sul sito di Yoga Alliance.

Il posto era un vero paradiso: un’ampia zona comune con the e infusi sempre caldi da cui attingere all’infinito (yay), amache sospese tra gli alberi e shala (zone per fare yoga) enormi e freschissimi. I cottages dove dormire erano divisi in base a quanto costavano e quante persone ospitavano. C’erano quelli da 4 persone (tipo il mio) o quelli da singoli/coppie. Alcuni sul mare, altri invece più indietro.

Il cibo era cucinato da un ragazzo inglese molto bravo e quindi era buono, vario ed equilibrato.

Eravamo un gruppo di 20 ragazze, tutte donne, e le insegnanti erano 4 ragazze. Con il gruppo mi sono trovata abbastanza bene, con alcune meglio di altre ma in generale è stato un ambiente tranquillo e propedeutico all’apprendimento! ​

Svolgevamo le nostre giornate così:
h 7: pratica di Ashtanga o Vinyasa yoga
h 9: Pranayama (tecniche di respirazione)
h 10: colazione
h 11: metodologia dell’insegnamento
h 13: pranzo
h 15: lezione di anatomia o filosofia dello yoga
h 19: cena
h 20: free time/meditazione

I ritmi erano piuttosto serrati.
Le giornate si sono susseguite tra un flow, una meditazione, tanto buon cibo e bagni nel mare. Sono state tre settimane intense sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Chi mi conosce sa che sono una persona che ha la necessità di variare: mi piace fare yoga, si, ma anche arrampicare, fare tessuti aerei, camminare in montagna, fare surf e mille altre cose e questo mi è un po’ mancato. Un’altra cosa che mi è mancata è stato gestire il mio tempo come volevo io, lì invece ero in balìa di un programma pre impostato che lasciava poco spazio ad altro.

Alla fine delle tre settimane ci aspettava un esame: uno di anatomia, uno di filosofia dello yoga e uno pratico di insegnamento. Sono andati tutti e tre molto bene: anatomia e filosofia mi avevano appassionata così tanto che senza aprire un libro ho fatto tutto il test giusto (e questo mi ha insegnato che se mi piace una cosa…imparo in fretta!), insegnare mi è piaciuto da morire. Creare il mio flow e farlo fare a 6 persone mi ha emozionato tantissimo: vederle muoversi al ritmo del loro respiro guidate da me è stato bellissimo. Potrei fare la metafora di un pittore che vede gli spettatori a un suo quadro mentre spiega cosa ha voluto dipingere. ​

Sono state tre settimane incredibili, ho imparato tanto sia su me stessa sia sul corpo umano dal punto di vista fisico e mentale. Il corso era interamente in inglese ma questo non ha rappresentato un problema per me.

Ho visto progressi che mai avrei pensato in sole 3 settimane di pratica quotidiana, ho notato quanto spazio ho creato nella mia mente, nel mio corpo respirando più a fondo ad ogni movimento.

Ho portato nella mia vita quotidiana, nelle abitudini di ogni giorno la respirazione profonda che ho imparato grazie allo yoga e…tutto è più luminoso.

Io stessa, se qualcuno mi avesse detto queste stesse cose “prima” avrei sicuramente fatto la stessa vostra faccia, una risatina sotto i baffi, una bocca un po’ storta e il pensiero “ma questa è matta”.

Ma alcune cose sono difficili da spiegare!

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